Neive e Barbaresco
Le puntuali indicazioni di Rosy ci hanno entusiasmato e vogliamo farvi conoscere meglio alcuni punti del percorso. Proseguendo con le nostre visite, a poco a poco vi faremo la cronaca dei siti suggeriti da Rosy e Marco.
Sempre partendo da Grazzano Badoglio, ci dirigiamo con la nostra macchina verso Neive, situata a 53 km, vicinissima alla nota città di Alba.
Neive è un piccolo borgo le cui origini risalgono alla storia romana, l’attività principale è la produzione di vino. La prima cosa che abbiamo fatto è stata prendere un cappuccino in uno degli accoglienti caffè, situato proprio all’ingresso della città, a pochi metri dal parcheggio.
I belvedere panoramici sulle colline coperte di viti sono spettacolari: i quattro tipi di vino caratteristici della zona: Barbera, Dolcetto, Barbaresco e Moscato sono tra i più famosi vini italiani.
Il modo migliore per godere del fascino di questi borghi è passeggiare liberamente e lasciarsi sorprendere dalle stradine, dalle antiche facciate di palazzi nobiliari, dalle chiese. Ci hanno colpito in particolare la Chiesa Greco-ortodossa di San Michele, la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo e la Torre dell’Orologio.
Nel centro storico si trova la casa dell’architetto Giovanni Antonio Borgese, che ebbe un grande ruolo nell’attuale fisionomia del borgo.
A Neive si trova Arte Bianca, un istituto di formazione che promuove l’attività professionale nel settore della panificazione e della pasticceria.






A pochi kilometri si trova Barbaresco, un comune del Piemonte dove ha avuto origine e viene prodotto il vino Barbaresco. Nel 2014 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Ha un bellissimo centro storico medievale la cui attrazione principale è la Torre del Barbaresco, alta 36 metri, da dove si gode una vista unica su Barbaresco, Barolo e Neive.
La città è sede della Coopertiva di Produttori del vino Barbaresco. Un vino rosso, robusto e solido di alta qualità, prodotto con l’uva Nebbiolo.
Lì abbiamo parlato con Aldo Vacca, produttore e direttore della cooperativa, che ci ha spiegato l’importanza d’un vino destinato al consumo regionale, ma anche all’esportazione.
Il Barbaresco è un vino a denominazione di origine, il che significa che i passaggi per la coltivazione dell’uva e la sequenza lungo tutta la filiera produttiva fino al suo confezionamento sono rigorosamente rispettati. Solo quattro comuni producono questo vino: Alba, Barbaresco, Neive e Treiso. Viene prodotto al cento per cento con uve Nebbiolo.
Le attività di divulgazione e promozione del Barbaresco si svolgono in una chiesa sconsacrata, monumento storico, dove personale professionale assiste il pubblico per tutta la giornata. Lì ci hanno spiegato le caratteristiche del vino e ci hanno indicato le zone di produzione sulle mappe. In questa sede si tengono degustazioni e si organizzano attività gastronomiche con la partecipazione del settore della ristorazione.




Intervista a Antonella Tavella, Enoteca Regionale del Barbaresco

- Come mai un’enoteca in una chiesa?
- Negli anni ’80 sono nate le enoteche regionali in Piemonte, tramite una legge regionale per la promozione del territorio. Ed era obbligatorio che fossero situate all’interno di edifici storici. A Barbaresco c’era questa chiesa del 1800 che non veniva più utilizzata ed era stata sconsacrata nel 1986, per cui è stata ceduta al comune di Barbaresco, trasformata in enoteca. Poi è stata ancora un restaurata recentemente, cerca tre anni fa, ed è stato rinnovato l’arredamento e l’illuminazione.
- Quante persone abitano quì?
- Gli abitanti di Barbaresco sono circa 700.
- L’enoteca è pensata per visitatori che vengono di fuori o per la gente della zona?
- Noi promoviamo il Barbaresco, che è il principale vino di questa zona. L’enoteca è rivolta a tutti, italiani e stranieri. L’economia del paese è fondata sul vino. Non solo a Barbaresco, ma in tutta la zona.
- Che uva si usa per il Barbaresco?
- L’uva è 100% Nebbiolo, con un invecchiamento minimo obbligatorio di almeno 26 mesi, dei quali nove devono essere in botte di rovere.
- Quanti produttori sono di qua?
- In questa enoteca, al momento abbiamo 151 aderenti, non solo dal comune di Barbaresco, perché la zona di produzione comprende anche Neive, Treiso e una frazione di Alba che si chiama San Rocco Seno d’Elvio.
- Che caratteristiche ha il vino Barbaresco?
- Essendo uva Nebbiolo, è un vino tannico, elegante, d’un colore rosso non molto intenso, che invecchiando tende ai colori aranciati ed è comunque abbastanza trasparente.
- Quanti anni si può invecchiare?
- Con una buona annata si può arrivare a 20 anni. Dipende dall’annata e dal gusto di chi lo beve. Se preferisci un vino più giovane o più invecchiato…
- Che attività organizza questa associazione?
- A maggio organizziamo “Barbaresco a Tavola” che è la presentazione della nuova annata che si fa tramite le cene nei ristoranti, presentando una ventina di Barbareschi per serata. Sono tre serate, e le bottiglie si presentano coperte e alla fine della serata si scoprono e si vedono i nomi dei produttori.
- Qual è il prezzo medio d’un vino Barbaresco?
- Da noi parte dei 22, 25 euro in su. Non ci sono limiti, non ci sono obblighi. Ogni produttore vende il vino al prezzo che ritiene giusto.
- I giovani bevono?
- I giovani si sono riavvicinati al vino. Una volta bevevano prevalentemente birra, ma adesso, anche i giovani si sono riavvicinati al vino.
Intervista a Aldo Vacca, Direttore della Cantina Cooperativa Produttori del Barbaresco

- Da chi è composta questa cooperativa?
- Oggi sono 54 famiglie che coltivano uva Nebbiolo nella zona di produzione del vino Barbaresco e producono tre tipi di vino 100% uva Nebbiolo: il vino Langhe Nebbiolo, che è il più giovane; il Barbaresco, che è il più importante; e poi il vino Barbaresco riserva, che è più invecchiato e proviene da vigneti specifici. Undici etichette, perché sono nove vini riserva da nove vigneti separati, però un solo vitigno Nebbiolo e una sola zona Barbaresco.
- Che caratteristiche ha questa uva?
- L’uva Nebbiolo è la più famosa del Piemonte perché è l’uva che si usa per produrre i due vini storicamente più importanti, che sono il Barolo e il Barbaresco. Esattamente la stessa uva, però due zone un po’diverse, col terreno un po’diverso. Il Nebbiolo è un’ uva che ha forte tenore di tannino e una complessità molto intensa, ma non è un vino pesante. È più simile al Pinot Nero, a un Borgogna, perché è un vino che di corpo è leggero, ma è molto complesso. Però questa forte carica di tannino richiede che l’uva Nebbiolo sia piantata nelle posizioni migliori, esposte al sole, dove il tannino può maturare bene, e dove la gradazione alcolica può arrivare a 14 gradi in modo di ottenere un vino equilibrato. In questa zona, come anche a Barolo, nelle vigne esposte a Sud, Sud-ovest, Sud-est, un po più assolate, si pianta l’uva Nebbiolo. Nelle altre posizioni si coltivano altre uve: Dolcetto, Barbera, a volte Arneis… E quindi, il Nebbiolo possiamo dire che è il vitigno che si pianta nelle zone migliori. Anche perché i due vini, Barolo e Barbaresco, e in generale i vini fatti con l’uva Nebbiolo, sono vini da invecchiamento. Possono invecchiare 5, 10, 15, 20 anni in bottiglia senza problema. Il vino matura, cambia il gusto. All’ inizio, i primi 5 e 6 anni c’è molto frutto (ciliegia, spezia, pepe nero, anice, tannino vibrante), quindi si sposa bene con piatti di carne rosse, paste all’uovo con ragù, ecc. Invecchiando cominciano a uscire fuori sentori di liquirizia, liquori, e passando più tempo, tartufo, funghi, ecc. Quindi c’è una evoluzione, allora questo vino si abbina con piatti più invernali come il bollito misto, ossobuco, risotto con funghi. Vale a dire che c’è un’evoluzione del vino, ma anche se il vino cambia, è buono per 20 anni. Dipende anche dalle annate. Certe annate possono arrivare a 20 anni, certe altre fino a 10. Ma in generale si dece che è un vino di lungo invecchiamento.
- Questo vino ha denominazione di origine controllata…
- Questo è un vino DOGC, quindi, la zona è delimitata, è formata da quattro comuni: il comune di Barbaresco, che è il più imporante perché da nome al vino; il comune di Neive; il comune di Treiso e il comune di San Rocco, che fa parte della città di Alba, ma come qualità di terreno è simile al Barbaresco. In questi quattro comuni ci sono circa 800 ettari di uva Nebbiolo piantata e si possono produrre circa 4 milioni e mezzo di bottiglie di Barbaresco. La nostra cantina controlla 120 ettari (54 famiglie) e produciamo 600.000 bottiglie. Quindi, noi siamo il produttore più grande della zona del Barbaresco, ma ci sono tanti altri.
- Come si commercializza?
- Noi vendiamo il 50% in Italia, soprattutto quì (Alba, Torino, questa zona) ma anche a Milano e Roma; e il 50% è per esportare. I mercati più importanti sono gli Stati Uniti, il Canada, Danimarca, Norvegia, il Giappone, la Svizzera, però vendiamo anche qualche bottiglia in Cile, in Brasile, Australia, Nuova Zelanda…Questo vino Barbaresco, come il vino Barolo è un vino molto conosciuto e apprezzato dai collezionisti, dagli amatori, quindi è conosciuto in tutto il mondo.
- Hanno vinto premi internazionali?
- Sì. La cantina è stata fondata nel 1958, quindi ha più di 60 anni. È riconosciuta per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Quindi, vini di qualità, ma anche con prezzo conveniente. Noi in Italia non abbiamo molto l’abitudine di fare i concorsi, però ci sono questi giornalisti, “wine writers”. Uno molto famoso si chiamava Robert Parker. Lui, 30 anni fa aveva scritto che la cantina di produttori di Barbaresco era un esempio per tutte le cantine cooperative del mondo. Poi normalmente i nostri vini hanno sempre i punteggi di 95, 96, 94, 97 centesimi. I nostri vini hanno delle recensioni molto valide, però la cosa importante della nostra produzione a Barbaresco è che avendo una grande tradizione, una ottima qualità e un prezzo giusto, è un vino che la gente non ha paura a bere. Perché in certe cantine di Barbaresco, i produttori magari piccoli vendono anche per 200 o 300 euro la bottiglia. Ma noi invece, vendendo il vino a 30, 20, 40 euro, siamo molto più interessanti per il consumo in ristorante.
- Si vende anche in supermercato?
- Noi non vendiamo direttamente alle catene. I nostri clienti sono i ristoranti e enoteche e qualche privato. Ma ci sono anche delle enoteche importanti a Roma o Milano che comprano da noi e dopo rivendono ai supermercati. Ma il nostro non è un vino che si trova molto nei supermercati. È per un livello medio-alto. Anche per la tipologia del vino. Il Barbaresco non è un vino da bere quotidianamente. È un vino per un’occasione speciale, magari una domenica, oppure per una serata particolare. È un vino da invecchiare, non è un vino di consumo inmediato.
- Com’è la situazione climatica?
- Noi abbiamo avuto due anni molto secchi (2022 e 2023), però nel 2024 abbiamo avuto molta pioggia a maggio, settembre e ottobre, cosa che non è buona per la qualità. Allora l’anno scorso abbiamo avuto una vendemmia molto difficile. Ma la pioggia è stata positiva a lungo termine perché i due anni precedenti non avevamo avuto niente neve, niente pioggia. La terra aveva bisogno di molta acqua. Per cui, per la qualità del vino, il 2024 non è stato molto buono, però in generale, questa pioggia è buona per il futuro.
- Quando si fa la vendemmia?
- L’uva Nebbiolo è l’ultima che si raccoglie. Normalmente, inizio ottobre. Può essere anche mettà ottobre. A volte fine settembre. Per esempio il 2017 è stata una vendemmia molto anticipata. Abbiamo iniziato a raccogliere il 20 di settembre, invece nel 2016 abbiamo iniziato a raccogliere il 10 d’ottobre. È l’uva che decide. Dipende se è stato molto caldo o proprio fresco. Quindi, quando si trova l’equilibrio giusto tra la maturità dei tannini e la gradazione dello zucchero, si raccoglie. Però in media, la prima settimana d’ottobre è quando comincia la raccolta.
- C’è qualche festa speciale per la vendemmia?
- A Barbaresco ci sono un paio di feste che organizza il comune. Una si chiama “Barbaresco a tavola”. Si fa tutti gli anni per tre venerdì di maggio. In quel momento, in tutti i ristoranti della zona, quando si va a cena, si paga il menù e il menù include 20 barbareschi, tutti dell’ultima annata (quindi in questo maggio ci saranno 20 barbareschi 2022), che si possono assaggiare alla cieca (senza vedere l’etichetta), mentre si mangia. E poi, a fine serata si vedono le etichette. Venti barbareschi la prima cena, altri venti la seconda, e venti la terza. Ogni ristorante ha un menù diverso, ma lo stesso vino. E poi c’è un’altra manifestazione che organizza il comune di Barbaresco. Si chiama “Piacere Barbaresco”, dove normalmente a fine settembre, un po’prima della vendemmia, c’è una specie di degustazione dove i produttori possono presentare loro vino dell’anno prima ai turisti. Poi c’è una grande manifestazione molto interessante che si fa sempre a fine gennaio: “Grandi Langhe”. L’organizza il Consorzio di Tutela, perché i due vini, Barolo e Barbera, hanno lo stesso consorzio. Allora, il Consorzio organizza questa manifestazione a Torino per due giorni, dove ci sono 400 cantine di Barolo, di Barbaresco e di altri vini. Grandi Langhe è aperta solo al trade (ristoranti, importatori) per assaggiare i vini, degustare, parlare…È un’occasione più commerciale. È arrivata la quarta edizione e sta diventando importante. È una specie di fiera del vino, ma solo del Piemonte, perché la più importante fiera del vino in Italia si chiama Vinitaly e si fa a Verona.
Nuestras experiencias en el trayecto Verso le Langhe – Parte 1
Neive y Barbaresco
Las oportunas indicaciones de Rosy nos entusiasmaron para conocer algunos puntos del recorrido. Comenzamos hoy compartiendo nuestras primeras experiencias. A medida que sigamos visitando los sitios sugeridos por Rosy y Marco, continuaremos acercándoles nuestros relatos.
Partiendo siempre de Grazzano Badoglio nos dirigimos con nuestro auto a la ciudad de Neive, situada a 53 km, muy cerca de la conocida ciudad de Alba.
Neive es un pequeño pueblo, cuyos orígenes se remontan a la historia romana. La principal actividad es la producción de vino. Lo primero que hicimos fue tomar un capucino en uno de los acogedores cafés, en el ingreso a la ciudad, a metros del parking.
Luego nos maravillamos con las vistas panorámicas de las colinas en donde las vides regalan cada año cuatro tipo de vinos característicos de la zona: el Barbera, el Dolcetto, el Barbaresco y el Moscato.
La mejor manera de disfrutar del encanto de estos pueblos es caminarlos libremente y que nos sorprendan sus calles estrechas, sus antiguas fachadas, sus iglesias. Por ejemplo, nos impactó la Iglesia Ortodoxa Griega de San Michele, la iglesia parroquial de San Pietro e Paolo y la Torre dell’Orologio.
En el centro histórico se encuentra la casa del arquitecto Giovanni Antonio Borgese que tuvo una gran rol en la fisonomía actual del burgo.
En Neive se encuentra Arte Bianca, un instituto de capacitación que promueve la actividad profesional de la panadería y pastelería.






A pocos kilómetros se encuentra Barbaresco, una comuna del Piamonte donde se originó y se produce el Vino Barbaresco. En el año 2014 fue incluida dentro de la lista de Patrimonio de la Humanidad de la Unesco. Posee un hermoso centro histórico medieval cuyo principal atractivo es la Torre de Barbaresco de 36 metros de altura, desde donde se tiene una vista única de Barbaresco, Barolo y Neive.
La ciudad es sede de la Cooperativa de Productores del vino Barbaresco. Un vino tinto, robusto y sólido de alta calidad, realizado con la uva Nebbiolo.
Allí conversamos con Aldo Vacca, productor y director de la cooperativa quien nos explicó la importancia de un vino que se consume en la región y que también se exporta.
El Barbaresco es un vino con denominación de origen, lo que significa que se cumplen rigurosos pasos para el cultivo de la uva y la secuencia de toda la cadena de producción hasta su envasado. Sólo cuatro comunas producen este vino (Alba, Barbaresco, Neive y Treiso), que se elabora ciento por ciento con uva Nebbiolo.
La difusión y actividades de promoción del Barbaresco se desarrollan en una iglesia desconsagrada, momunento histórico, donde personal profesional atiende al público durante toda la jornada. Allí nos explicaron las características del vino y nos indicaron en los mapas las zonas de producción.
En esta sede se realizan degustaciones y se organizan actividades gastronómicas con la participación del sector de la restauración.




Entrevista a Antonella Tavella, de la Enoteca Regional del Barbaresco

- ¿Cómo llega a instalarse una enoteca en una iglesia?
- En los año ’80 nacieron las enotecas regionales del Piamonte, a través de una ley regional para promocionar el territorio, y era obligatorio que estuvieran situadas en un edificio histórico. En Barbaresco estaba esta iglesia del 1800, que no se usaba más y que había sido desconsagrada en 1986. Por esta razón, la iglesia fue transferida a la municipalidad de Barbaresco, que la transformó en enoteca. Luego se hicieron algunas restauraciones. Hace cerca de tres años se renovó el mobiliario y la iluminación.
- ¿Cuántos habitantes tiene Barbaresco?
- Cerca de 700.
- Entonces, ¿la enoteca está pensada sobre todo para visitantes que vienen de afuera?
- Nosotros promovemos el vino Barbaresco, que es el principal vino de esta zona. La enoteca se dirige a todos, italianos y extranjeros. La economía de la región está fundada en el vino. Pero no sólo en Barbaresco, sino en toda la zona.
- ¿Qué uva se usa para el Barbaresco?
- La uva es 100% Nebbiolo, con un añejamiento mínimo obligatorio de al menos 26 meses, de los cuales 9 meses deben ser en barricas de roble.
- ¿Cuántos productores hay?
- En esta enoteca, actualmente tenemos 151 socios, no sólo del municipio de Barbaresco, ya que la zona de producción comprende también Neive, Treiso y una fracción de Alba que se llama San Rocco Seno d’Elvio.
- ¿Qué características tiene el vino Barbaresco?
- Siendo uva Nebbiolo, es un vino tánico, elegante, de un color rojo no muy intenso, que al envejecer tiende a tomar colores anaranjados y es bastante transparente.
- ¿Cuántos años se puede añejar?
- Con una buena añada, se puede dejar envejecer por unos 20 años. Depende de la añada y del gusto del consumidor. Hay quien lo prefiere más joven, y quien lo prefiere más envejecido.
- ¿Qué actividad organiza esta asociación?
- En mayo tenemos el evento “Barbaresco a Tavola”, que es la presentación de la nueva añada. Se hace a través de cenas en los restaurantes, donde se degusta una veintena de Barbarescos por noche. Son tres veladas y las botellas se presentan cubiertas, y al final de la cena se descubren y se ven los nombres de los productores.
- ¿Cuál es el precio medio de un vino Barbaresco?
- En nuestra enoteca, partimos de unos 22 o 25 euros para arriba. No hay límites ni obligaciones. Cada productor vende el vino al precio que le parece justo.
- ¿Los jóvenes también beben?
- Sí, los jóvenes se están volviendo a acercar al vino. Tiempo atrás bebían sobre todo cerveza, pero el último tiempo se están reacercando al vino.
Entrevista a Aldo Vacca, Director de la Bodega Cooperativa Productores del Barbaresco

- ¿Cómo está formada esta cooperativa?
- Actualmente, la cooperativa está formada por 54 familias que cultivan uva Nebbiolo en la zona de producción del vino Barbaresco, y producen tres tipos de vino diferentes, pero 100% con uva Nebbiolo: el vino Langhe Nebbiolo, que es el más joven; el Barbaresco, que es el más importante; y el Barbaresco reserva, que es más envejecido y proviene de viñedos específicos. Contamos con 11 etiquetas, porque son nueve vinos reserva de nueve viñedos separados, pero un solo cepaje Nebbiolo y una sola zona Barbaresco.
- ¿Qué características tiene esta uva?
- La uva Nebbiolo es la más famosa del Piamonte porque es la uva que se usa para producir los dos vinos históricamente más importantes, que son el Barolo y el Barbaresco. Exactamente la misma uva, pero dos zonas un poco diferentes, con un terreno también un poco diferente. El Nebbiolo tiene un tenor tánico importante y una complejidad muy intensa, pero no es un vino pesado. Es más parecido al Pinot Noir, a un Borgoña, porque es un vino que de cuerpo es liviano, pero al mismo tiempo es muy complejo. Ahora bien, esta fuerte carga de tanino demanda que la uva Nebbiolo sea plantada en las posiciones mejores, con mucha exposición al sol, donde el tanino pueda madurar bien, y donde la gradación alcohólica pueda llegar a 14 grados, a fin de obtener un vino equilibrado. En esta zona, como también en Barolo, en las viñas expuestas hacia el Sur, Sudeste y Sudoeste, un poco más soleadas, se planta la uva Nebbiolo. En las otras posiciones se cultivan otras uvas: Dolcetto, Barbera, a veces, Arneis… Entonces, el Nebbiolo podríamos decir que es el cepaje que se planta en las mejores zonas. También porque los dos vinos (Barolo y Barbaresco) y en general los vinos hechos con uva Nebbiolo, son vinos de añejamiento. Pueden añejarse 5, 10, 15, 20 años en botella sin problema. El vino madura, cambia de gusto. Al inicio, los primeros 5 a 6 años, tiene un sabor muy frutal (cerezas, especias, pimienta negra, aniz, tanino vibrante), por lo que se combina bien con platos de carnes rojas, pasta al huevo con ragú, etc. A medida que envejece comienzan a salir fuera notas de regaliz, licor; y pasando más tiempo, tartufo, hongos, etc.; por lo que este vino más envejecido se combina bien con platos invernales como el “bollito misto”, osobuco, arroz con champiñón… O sea que hay una evolución del vino, pero aunque el vino cambie, sigue siendo bueno por 20 años más. El tiempo de añejamiento depende también de las añadas. Ciertas añadas pueden llegar a 20 años, otras sólo a 10. Pero en general se dice que es un vino de largo añejamiento.
- ¿Este vino tiene denominación de orgien controlada?
- Sí, controlada y garantizada. Es un vino DOGC, así que la zona está delimitada y formada por cuatro comunas: la comuna de Barbaresco, que es la más importante porque es la que le da el nombre al vino; la comuna de Neive; la comuna de Treiso y la comuna de San Rocco, que hace parte de la ciudad de Alba, pero que como calidad de terreno se asemeja a Barbaresco. En estas cuatro comunas hay cerca de 800 hectáreas de uva Nebbiolo plantada y se pueden producir cerca de 4 millones y medio de botellas de Barbaresco. Nuestra bodega controla 120 hectáreas (54 familias) y producimos 600.000 botellas. Así que somos el mayor productor de la zona de Barbaresco, pero hay muchos otros más.
- ¿Cómo se comercializa?
- Nosotros vendemos el 50% dentro de Italia. Sobre todo en esta zona (Alba y Turín), pero también en Roma y Milán. El otro 50% es de exportación. Los mercados más importantes son los Estados Unidos, Canadá, Dinamarca, Noruega, Japón, Suiza, aunque también vendemos en mucha menor cantidad a Chile, Brasil, Australia, Nueva Zelanda… El vino Barbaresco, como también el Barolo, es un vino muy apreciado por los coleccionistas y aficionados, así que se lo conoce en todo el mundo.
- ¿Han ganado premios internacionales?
- Sí. La bodega fue fundada en 1958, tiene más de 60 años. Es reconocida por la óptima relación precio-calidad. Tenemos vinos de calidad, pero con precios convenientes. En Italia no tenemos tanto el hábito de participar en concursos, per sí hay periodistas y “wine writers” que hacen sus valoraciones. Uno muy famoso se llamaba Robert Parker. Hace 30 años, Parker escribió que la bodega de Produttori di Barbaresco era un ejemplo para todas las bodegas cooperativas del mundo. Por otro lado, nuestros vinos siempre tienen puntajes muy altos, de 95, 96, 94, 97 centésimos y críticas excelentes. Pero lo importante de nuestra producción en Barbaresco es que teniendo una gran tradición, una óptima calidad y un precio justo, es un vino que la gente no teme beber. Porque en ciertas bodegas de Barbaresco, los productores quizás pequeños venden también por 200 o 300 euros la botella. Pero nosotros, en cambio, al vender el vino a 30, 20, 40 euros resultamos mucho más atractivos para el consumo en restaurantes.
- ¿También venden a los supermercados?
- No, nosotros no vendemos directamente a las cadenas. Nuestros clientes son los restaurantes, las enotecas y algunos particulares. Pero hay también enotecas importantes de Roma y Milán, que nos compran y después revenden a los supermercados. De todos modos, éste no es un vino que se encuentre mucho en los supermercados. Es para un nivel socioeconómico medio-alto. Incluso por la tipología del vino. El Barbaresco no es un vino para beber todos los días. Es un vino para una ocasión especial, tal vez para un domingo, o una cena particular. Es un vino para añejar, no de consumo inmediato.
- ¿Cómo los afecta la situación climática?
- Hemos tenido dos años muy secos en 2022 y 2023, pero en 2024 hemos tenido mucha lluvia en mayo, septiembre y octubre, lo que no es bueno para la calidad. Sin embargo, aun cuando el año pasado hayamos tenido una vendimia muy difícil, la lluvia ha sido positiva a largo término. Porque como los dos años anteriores no había ni llovido, ni nevado, la tierra realmente necesitaba agua. Así que la lluvia de 2024 no fue buena para la calidad del vino de esa añada, pero sí para el futuro.
- ¿Cuándo se hace la vendimia?
- La uva Nebbiolo es la última que se cosecha. Normalmente a inicios de octubre. Puede ser también en mitad de octubre, y a veces a fines de septiembre. Por ejemplo, en 2017 tuvimos una vendimia muy anticipada. Comenzamos a cosechar el 20 de septiembre, en cambio en 2016 habíamos comenzado el 10 de octubre. Es la uva la que decide… Depende del clima. Cuando se llega al equilibrio justo entre la madurez de los taninos y la gradación del azúcar, se cosecha. Pero generalmente esto ocurre en la primera semana de octubre.
- ¿Se organiza alguna fiesta de la vendimia?
- En Barabaresco hay un par de fiestas que organiza la municipalidad. Una se llama “Barbaresco a tavola”. Se hace todos los años durante tres viernes consecutivos de mayo. En ese momento, en todos los restaurantes de la zona, cuando uno va a cenar, paga el cubierto y esto incluye la degustación de 20 vinos Barbaresco, todos de la última añada. Así que en el próximo mes de mayo se degustarán 20 Barbarescos de 2022, que se prueban a ciegas, sin ver la etiqueta, durante la cena. Al finalizar la cena se descubren las etiquetas. Cada viernes son 20 Barbarescos diferentes. Cada restaurante tiene un menú diferente, pero todos tienen los mismos vinos. Otra manifestación que organiza el municipio de Barbaresco es “Piacere Barbaresco”, en la que normalmente a fines de septiembre, un poco antes de la vendimia, se realiza una especie de degustación en la que los productores pueden presentar sus vinos de la añada anterior a los turistas. En enero hay otra manifestación muy interesante: “Grandi Langhe”. La organiza el Consorzio di Tutela, ya que los dos vinos (Barolo y Barbera) tienen el mismo consorcio. La manifestación dura dos días y se hace en Turín. Allí se presentan 400 bodegas de Barolo, Barbaresco y otros vinos. Está abierta solo a los profesionales del sector (restaurantes, importadores) para que conozcan los vinos, los prueben y tengan ocasión de intercambiar opiniones. Es una ocasión más comercial que ya está por la cuarta edición y es cada vez más importante. Se trata de una especie de feria del vino, pero sólo del Piamonte, ya que la feria más importante del vino en Italia es la Vinitaly que se lleva a cabo en Verona.